Informazioni utili

Normativa sulla manutenzione

La manutenzione ordinaria dell’impianto è oggetto della normativa tecnica UNI 10847:2000 "Impianti fumari singoli per generatori alimentati con combustibili liquidi e solidi – Manutenzione e controllo", voluta e scritta grazie al contributo dei Maestri Spazzacamini ANFUS in collaborazione con i Maestri Spazzacamini della provincia autonoma di Bolzano, a tutela del risultato finale e della pulizia dei camini per la sicurezza di tutti coloro che vogliono utilizzare con piena efficienza i generatori di calore a legna e biomassa.
Come previsto dalla normativa tecnica, la periodicità degli interventi di manutenzione ordinaria dipende dal tipo di combustibile utilizzato, dalla qualità della combustione o dalla durata del funzionamento, nonché dalla quantità di combustibile utilizzato. Per i focolai asserviti a singole unità abitative, che utilizzano combustibili solidi (come nel caso di un caminetto o di una stufa), la normativa consiglia di effettuare la pulizia una volta ogni tre anni. Visto però l’aumento degli incendi di canne fumarie dovuti al deposito delle fuliggini, molti comuni italiani richiedono ai cittadini una manutenzione annuale come ad esempio accade ad Udine dove i residenti sono obbligati ad effettuare la manutenzione annuale su tutti i camini, raccordi, canali da fumi dei focolai fino a 18 kW alimentati a combustibile solido. Il buon senso, ma soprattutto l’esperienza maturata dai maestri spazzacamini italiani formati e qualificati, insegna che è meglio far controllare l’impianto fumario prima di ogni stagione invernale, così come previsto dalla legge in molti paesi europei, per assicurarsi della piena funzionalità dello stesso.
La manutenzione ordinaria dell’impianto fumario si distingue tra ispezione generale ed intervento manutentivo, che viene realizzato attraverso tre fasi: preparazione dell’area operativa, azione di pulitura e pulizia dell’area operativa.

NB: Il fai da te NON è ASSOLUTAMENTE possibile. Non perché l’utente non sia in grado di far scorrere uno scovolo/riccio nel camino ma perché NON è in grado di valutare lo stato reale della sua canna fumaria, primo per inesperienza (uno spazzacamino vede centinaia di situazioni diverse) ma anche per la mancanza delle strumentazioni idonee per una visione particolareggiata: ovvero la video ispezione. Inoltre lo spazzacamino qualificato e aderente ad ANFUS ha imparato un metodo di lavoro che consente il rilascio di un documento che attesti l’avvenuta pulizia da presentare alla propria assicurazione nel caso di uno spiacevole evento, come nel caso di incendio tetto.

Perchè è importante la manutenzione periodica?

Le cause di molti incendi sono principalmente dovute a una scarsa manutenzione (pulizia). Per questo motivo è importante eseguire il controllo dei fumi da personale competente, almeno in occasione degli interventi di pulizia che sono obbligatori in base alla legge e ai regolamenti comunali.
La fuliggine è infatti un ottimo combustibile e, grazie al notevole flusso d'aria, potrebbe causare una violenta combustione che produce rapidamente molto calore. In genere questa è di breve durata (15 - 20 minuti) e produce anche un grande rumore e vibrazioni. Dal camino escono violentemente faville e fiamme, accompagnate da un fumo acre. Il calore prodotto (che può arrivare anche a 800 – 1.000 °C) arroventa la superficie interna e può fare crepare le pareti della canna e i muri confinanti, col pericolo di estendere l’incendio ai mobili e alle travi dei soffitti o del tetto. All’esterno le faville che escono dal comignolo possono ricadere su materiali combustibili ed innescare incendi all’esterno dell’abitazione o in edifici o costruzioni adiacenti ed inoltre possono cadere nel canale di gronda (dove possono esservi foglie secche, spini ecc.) e innescare una combustione nell’intercapedine del tetto. Braci e faville possono anche essere portare dal vento in condizioni pericolose.
Gli incendi coinvolgono sia camini "storici", ubicati in vecchi fabbricati, sia camini moderni realizzati con materiali vari, ed ubicati in fabbricati recenti o recentissimi, ma anche in fabbricati storici ristrutturati.
E' opportuno rilevare che la recente diffusione di tetti di tipologia ventilata e struttura portante in legno comporta, sotto l’aspetto antincendio, una facile e rapida propagazione delle fiamme, una difficile individuazione del focolaio a causa dei numerosi possibili percorsi dei fumi, e poi, in fase di spegnimento, una certa difficoltà di attacco delle zone coinvolte dalla combustione perché, favorendo la circolazione dell'aria, rende più veloce la propagazione delle fiamme.

La manutenzione in 5 punti

  • Controllo visivo
  • Scelta dell’attrezzatura adatta
  • Controllo del campo d’azione
  • Manutenzione necessaria (ordinaria e straordinaria)
  • Rapporto di manutenzione e controllo

Perchè è indispensabile la presa d'aria esterna

La presa d'aria esterna è necessaria a permettere il tiraggio della canna fumaria! L'aria (fumi) che ad opera del tiraggio naturale viene espulsa dall'abitazione tramite la canna fumaria, dev'esser rimpiazzata da altra aria che entra nell'abitazione. Nel caso ciò non avvenisse si creerebbe una depressione interna alla casa che impedirebbe il tiraggio, impedirebbe la buona combustione e l'uscita dei fumi tenderebbe ad avvenire dalle fessure della stufa internamente alla casa piuttosto che dal comignolo. Questa condizione metterebbe gli occupanti della casa in serio pericolo di vita e d'intossicazione:

  • Se la casa è ben ermetica grazie a buoni infissi di recente fattura, si rschia di non riuscire neppure ad accendere il fuoco senza riempirsi la casa di fumo.
  • Se la casa è solamente semi-ermetica a causa di vecchi infissi che permettono la trafilatura d'aria, si riuscirà a permettere un tiraggio appena sufficiente che potrebbe però divenire improvvisamente insufficiente e quindi pericoloso al variare ad esempio delle condizioni di pressione atmosferica. In questo caso potrebbe avvenire l'uscita di fumi e del pericoloso monossido di carbonio nell'abitazione.
  • Se la casa è un colabrodo di fessure il tiraggio potrebbe essere adeguato ma la chiusura di porte interne potrebbe non garantire più l'accesso alla stufa della giusta quantità d'aria.
Per legge è necessario provvedere all'adeguata apertura verso l'esterno. Solo l'apertura di legge garantisce con sicurezza di dimensionare in maniera precisa e corretta la sezione della presa d'aria esterna per il caminetto o per la stufa. Nei prodotti moderni d'alto livello è sempre più indicata l'installazione con presa aria esterna canalizzata direttamente nel focolare.

Il legno

Il legno da bruciare nella stufa dovrà prima di tutto essere ben stagionato. Oltre a questo, la possibilità di scelta sarà condizionata dalla reperibilità della legna, e dal prezzo. Non tutte le specie di legno sono reperibili ovunque. Il tipo di legno che sarà possibile bruciare dipenderà in larga misura dalle specie che crescono in zona: gli alti costi di trasporto impediscono alla legna di essere consegnata a grandi distanze.
Tutto il legno si può suddividere in due categorie: "duro" e "dolce", a seconda della provenienza.
Il legno duro proviene dalle latifoglie, usualmente alberi decidui, ad esempio rovere, faggio, noce.
Il legno dolce proviene dalle conifere, o sempreverdi, come pino, abete, larice.
Relativamente al peso, tutti i legni hanno più o meno lo stesso potere calorifico, ma poiché il legno duro è più denso, produce maggior calore in rapporto al volume. I legni duri sono generalmente più densi e meno resinosi dei legni dolci; perciò bruciano più lentamente, producendo un calore più durevole. I legni dolci bruciano più rapidamente producendo un calore più forte, rendendoli ottimi per avviare il fuoco; usarli però come combustibile principale significa dover ricaricare la stufa più spesso. I legni dolci producono anche maggiore creosoto, il che significa dover pulire più spesso il camino. Per ottenere un fuoco caldo e durevole la miglior cosa è mescolare un 20 per cento di legno dolce con un 80 per cento di legno duro.
Capacità di combustione a parte, i tipi di legno, all’interno delle due categorie, hanno delle specifiche caratteristiche che meritano di essere considerate. Per esempio, legni a fibra lunga e liscia, come il faggio ed il rovere rosso, sono più facili da spaccare di legni con fibre corte e contorte. Alcuni legni, compresi alcuni legni dolci, producono grandi quantità di fumo; altri contengono sacche di umidità che provocano scoppiettii durante la combustione, producendo faville e spargendo scintille. Molti alberi da frutto, come il melo, emanano una gradevole fragranza mentre bruciano. Le tabelle seguenti mostrano alcune di queste caratteristiche per i tipi più comuni di legno.

Legni duri
Tipo Quantità di calore Facilità di combustione Densità dei fumi Facilità di taglio
Acero Alta Buona Bassa Buona
Betulla Alta Buona Bassa Buona
Ciliegio Media Buona Bassa Buona
Faggio Alta Buona Bassa Buona
Frassino Alta Buona Bassa Buona
Noce Media Buona Bassa Buona
Olmo Media Media Media Cattiva
Pioppo Bassa Buona Media Cattiva
Rovere Alta Buona Bassa Buona
Legni dolci
Tipo Quantità di calore Facilità di combustione Densità dei fumi Facilità di taglio
Abete Bassa Media Media Media
Larice Media Buona Media Buona
Pino Bassa Media Media Media